Mediazione Familiare

Di fronte alle situazioni conflittuali, laceranti che conducono le parti della coppia a legami disperanti e a lotte distruttive nella logica dei vincitori e vinti, la Mediazione Familiare è certamente uno strumento efficace ed attivo e diventa una risorsa di sostegno per i cambiamenti familiari in atto, ristabilendo una comunicazione positiva tra le parti.

Nel nostro contesto sociale è opportuno promuovere la Mediazione, perché possa entrare culturalmente come un normale mezzo e metodo nelle relazioni di aiuto e possa diventare, nel contempo, un’occasione di prevenzione e di educazione.

La sua diffusione è importante perché offre alle persone che si stanno separando un luogo e un tempo, dove è possibile preservare quello che di positivo è stato distribuito nel legame tra tutti i membri della famiglia.

Tramite un processo di apprendimento, la Mediazione educa a trasformare il conflitto in un rapporto di collaborazione anche nel futuro.

Mediare è una tecnica anche carica di creatività, di fantasia oltre che di innovazione sociale; infatti, richiede al mediatore e alle parti la capacità di desiderare e far desiderare uno scenario diverso da quello che oggi li vede in lotta, nel trovare soluzioni concordate e condivise.

Permette di ridefinire le regole di convivenza, di scoprire o riscoprire un maggiore senso della legalità e del rispetto reciproco. Mediare è, insomma, trasformare un conflitto in azioni costruttive vedendo dentro e fuori di noi stessi, sin da oggi, buone opportunità per farlo.

La Mediazione Familiare è un’attività concreta di cooperazione, il cui obiettivo principale è quello di aiutare i coniugi al dialogo e a ripristinare la comunicazione interrotta, in modo che possano raggiungere una soluzione concordata per gestire al meglio il conflitto.

E’ un’opportunità tramite la quale è possibile riorganizzare le relazioni familiari, comprese le relazioni con la famiglia di origine e quelle sociali.

Inoltre, è uno strumento che permette ad entrambi, in modo paritetico, di considerare i bisogni propri e di tutti i componenti, in particolare dei figli: si continua ad essere genitori anche se si smette di essere coppia.

Il mediatore familiare può essere un professionista sia nelle scienze psico-sociali (psicologo, psicoterapeuta, assistente sociale, psicopedagogista) sia nelle scienze giuridiche (giurista, avvocato etc.).

La figura del mediatore, esperto nella gestione dei conflitti e con una formazione specifica, è un soggetto terzo neutrale, imparziale e non dà giudizi. Garantisce il segreto professionale e, in autonomia dall’ambito giudiziario, si adopera affinché i componenti la coppia elaborino in prima persona una serie di accordi soddisfacenti per sé e per i figli. E’ responsabile del processo di negoziazione, la sua funzione è quella di guidare la coppia, favorendone il cammino, verso una stabilità ed un equilibrio psico-affettivo di fronte alla crisi per rottura del legame coniugale.

Sollecita le parti a pensare a tutte le possibili risoluzioni della situazione familiare e quindi ha la funzione cardine nella gestione dell’intero processo, tramite la sollecitazione della comunicazione e la chiarificazione dei bisogni di tutti. Non parteggia per nessuna delle parti, controlla che il processo evolva correttamente, evita sbilanciamenti e abusi di potere da parte di uno o dell’altro coniuge. Le informazioni che egli apprende durante le conversazioni con le parti sono riservate, non possono essere riferite a terzi e sono soggette al segreto professionale. La sua preparazione professionale deve essere continua.

Il processo della mediazione si struttura in 5/8 incontri, ognuno dei quali dura un’ora e mezzo. L’intervento di mediazione si può dividere in tre fasi:

– fase di pre-mediazione ;

– fase di negoziazione ;

– fase finale di accordo.

Lo scopo, quindi, è quello che i coniugi redigano, attraverso un percorso di negoziazione a tappe, un documento condiviso che presenteranno poi ai propri avvocati o al giudice.

Gli argomenti più discussi vertono, per la maggior parte delle situazioni, su:

– affidamento dei figli;

– analisi dei bisogni di genitori e figli;

– continuità genitoriale;

– affido condiviso;

– calendario dei tempi della mamma e dei tempi del papà;

– assegno di mantenimento;

– aspetti economici e patrimoniali.

Il riferimento alla mediazione familiare è menzionato, tra l’altro, anche dalla legge n. 154 del 5 aprile 2001 (Misure contro la violenza nelle relazioni familiari).

L’art. 155 sexies c.c., introdotto dalla predetta legge, afferma infatti che il giudice, qualora ne ravvisi l’opportunità, sentite le parti ed ottenuto il loro consenso, può rinviare l’adozione dei provvedimenti di cui all’articolo stesso, per consentire che i coniugi, «avvalendosi di esperti, tentino una mediazione per raggiungere un accordo, con particolare riferimento alla tutela dell’interesse morale e materiale dei figli».

 

Il servizio di mediazione familiare sarà presente il LUNEDI’ dalle 16:30 alle 18:30

Previo appuntamento telefonico.

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